La T.e.ca.r. – L’impedenza
Nei trattamenti Tecar si sente spesso dire che il valore di IMPEDENZA è un parametro fondamentale per un buon trattamento.
In questo sono d’accordo poiché la variazione di questo valore durante il trattamento, ma sopratutto la verifica della variabilità di questo parametro, da delle valide indicazioni sullo stato del trattamento
Cos’è l’IMPEDENZA?
Usando un linguaggio comune e non tecnico, l’impedenza rappresenta “LA DIFFICOLTA” che incontra la corrente a passare da un elettrodo all’altro e si misura in OHM (la stessa unità di misura della resistenza)
Quindi è chiaro che più distanti sono gli elettrodi tra di loro:
- Più ostacoli incontra la corrente nel suo percorso verso l’altro elettrodo
- più fatica la corrente ad attraversare il circuito compreso tra gli elettrodi
- Più potenza dovrò utilizzare per ottenere un effetto terapeutico
Il valore di impedenza, dipende sostanzialmente da due fattori:
- FISICO
- ISTOLOGICO
FATTORE FISICO
Per fattori fisici intendo:
- Distanza tra due elettrodi
- Sezione del distretto interessato
- Diametro degli elettrodi utilizzati
- Tipologia di elettrodo utilizzato (resistivo o capacitivo)
I fattori fisici che influenzano il valore di impedenza sei in parte in grado di controllarli o definirli poiché:
- le voci 2-3-4 le predisponi all’inizio del trattamento
- la distanza tra gli elettrodi è un fattore di variabilità durante il trattamento poiché uno degli elettrodi (quello di riferimento) rimane fisso, ma uno è dinamico e costantemente in movimento
Proprio questo continuo movimento di un elettrodo rispetto quello fisso, mi determina delle interazioni in costante variazione. In particolare:
- l’impedenza varia in continuazione
- le linee di flusso e la corrente risulta non essere propriamente omogenea
- la densità di energia che infondiamo (intesa come J/cmq) non è costante
- la terapia erogata non è precisa nel punto di applicazione che ti sei preposto
- All’aumentare della temperatura aumenta l’effetto termico
- L’aumento dell’effetto termico provoca l’aumento della vascolarizzazione localizzata
- L’aumento della vascolarizzazione provoca una diminuzione del valore di impedenza fisiologico nel tratto
FATTORE ISTOLOGICO
Per fattore Istologico intendo le considerazioni sul tipo di tessuto che andiamo a trattare. Nello specifico:
- Muscoli = Bassa Impedenza
- Adipe e tessuti molli = Media Impedenza
- Ossa, Tendini, Legamenti = Alta Impedenza
- Derma = Impedenza variabile condizionata da diversi fattori (spessore, idratazione, sudorazione)
- Articolazioni = Incrementano il valore dell’impedenza quando frapposte tra gli elettrodi
Capisci quindi quante variabili ci sono che contribuiscono a far variare questo valore, che risulta essere importante in un circuito elettrico come è quello della T.e.ca.r. poiché la variazione dell’impedenza comunque provoca altri effetti.
Nello specifico in un circuito elettrico le grandezze principali che gravitano attorno ad esso sono:
- Tensione V (Volt)
- Corrente I (Ampere)
- Impedenza o resistenza R (Ohm)
- Potenza P (Watt)
- Energia E ( Joule )
Sempre in un circuito elettrico:
Tensione = Impedenza x Corrente ( V = R x I )
Corrente = Tensione / Impedenza ( I = V / R )
Potenza = Tensione x Corrente ( P = V x I)
Considerando che all’interno del circuito la Tensione V è costante, è facile intuire che:
- Se varia l’Impedenza R (ed è quello che abbiamo visto succedere e per quali motivi) varia in modo importante la Corrente I
- Se varia la Corrente I, in modo direttamente proporzionale varia la Potenza P
In conseguenza di ciò, se imposti un valore di Potenza per avere un effetto sul paziente, questa mi provoca delle variazioni dell’impedenza R all’interno del circuito per effetto Istologico e per effetto Fisico, di conseguenza ho una continua variazione della Corrente I e di conseguenza della Potenza P.
Dal punto di vista pratico durante il trattamento cosa succede:
- Erogo Potenza
- Si crea un aumento della vascolarizzazione
- Cala il Valore dell’impedenza
- Aumenta la Corrente
- Aumenta la Potenza in modo non voluto
- Aumenta l’effetto termico in modo non desiderato
Quanto è difficile uniformare i parametri terapeutici e di conseguenza il dosaggio di energia che di fatto NON E’ UNIFORME e RIPETIBILE nei trattamenti successivi, considerando inoltre che il VALORE DI IMPEDENZA INIZIALE è altamente SOGGETTIVO?
E’ quindi fondamentale cercare di conoscere bene il paziente e avere un’apparecchio che oltre a darmi il controllo “numerico” dell’andamento dell’impedenza all’interno del circuito durante il trattamento, sia anche in grado di effettuarmi un controllo automatico e sicuro dell’andamento della potenza ovvero di stabilizzarmela e all’occorrenza adeguarmela secondo la variazione di impedenza che in quel momento ho durante il trattamento
SERVE QUINDI UN DISPOSITIVO DI CONTROLLO DINAMICO DELL’IMPEDENZA
- L’impedenza del tessuto è misurato durante la terapia.
- La potenza è modulata per adattarsi alle esatte caratteristiche e condizioni del tessuto trattato.
- Poiché i valori di picco vengono regolati allo stesso tempo, il tessuto è uniformemente riscaldato indipendentemente dalla sua immediata impedenza
Ecco spiegato perché, anche se altamente preparato, è difficile avere risultati costanti con il trattamento T.e.ca.r. e perché non è la soluzione unica ma deve essere affiancata da altre metodiche strumentali
CARUSO DENIS
Salve. Le vorrei chiedere, sempre in merito al concetto di impedenza, cosa ne pensa dei neuroregolatori e soprattutto sulla loro capacità di misurare l’impedenza?. La ringrazio.
Buongiorno e grazie della domanda.
Sinceramente io credo che la misurazione dell’impedenza, anche fatta dai neuroregolatori, non sempre sia ottimale poiché ritengo, come ho scritto appunto nell’articolo relativo alla tecar, la sua misurazione non sia sinonimo di valore diagnostico poiché dipende da tantissimi fattorie da molte variabili molto soggettive
Lo stesso riguarda i neuro-regolatori (o apparecchi a corrente retroazionata).
Sostengo che la variabilità della forma d’onda e dell’intensità a cui si sottopongono attraverso la variabile di lettura impedenziometrica di risposta, non sia comunque certificata o avvalorata da chissà quali studi ma soltanto DEDOTTA perché comunque basta che il paziente, durante la fase di valutazione sudi un pò di più, che la misurazione viene assolutamente falsata.
Nonostante ritengo comunque sia un elemento aggiuntivo ad una valutazione che altrimenti sarebbe comunque meno precisa o superficiale.
Io stesso propongo apparecchi con corrente retroazionata che attraverso la trasformata di Fourier emette stimoli elettrici diversificati a seconda della risposta impedenziometrica.
Ritengo pertanto un’arma aggiuntiva sicuramente ma non la principale poiché da sola non è in grado di darmi un responso preciso sul punto applicativo dell’energia ma sicuramente restringe di molto il campo o comunque aiuta nell’applicazione dell’energia stessa.
Spero vivamente di aver risposto alla sua domanda
Un saluto e spero di avere da Lei altri feedback o domande come questa