LA TERMOREGOLAZIONE (2 parte) applicazioni pratiche
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Otteniamo importanti risultati su:
- Controllo della sintomatologia del dolore
- Miglioramento della circolazione
- Miglioramento del ROM articolare
- Riduzione dello stato infiammatorio
Vediamo ora l’utilità dell’alternanza delle due componenti (caldo e freddo)
CALDO – FREDDO
Come già detto, con la metodica dello schock termico a temperature controllate, è possibile combinare variamente i due effetti e realizzare così qualsiasi trattamento di CRIOCINETICA LOCALIZZATA.
lavorando in sinergia con una sorgente fredda e una sorgente che sviluppa effetto termico ( ultrasuoni o laser) con brevi periodi di freddo alternati a brevi periodi di caldo andiamo ad influire, con stimoli opposti, su una porzione dello strato più superficiale del corpo, provocando così reazioni superficiali dirette e profonde indirette (reflesse).
Azione su:
- Strato cutaneo adiposo
- termocettoriealtrirecettorisuperficiali
- microcircolo superficiale
- tessuti connettivi
- tessuti tendinei
- tessuti articolari superficiali e a media profondità
Tramite l’effetto indiretto profondo si interagisce anche con il tessuto muscolare (ematomi). Questo tipo di applicazioni produce, fra l’altro, effetto analgesico nel breve termine in particolare nei problemi tendineo legamentosi (per es. epicondilite).
STIMOLO per tessuti anzidetti, tonificazione superficiale.
- Durante la seduta è previsto l’alternarsi dell’applicazione caldo-freddo.
- Applicazioni tipiche sono il trattamento dell’ematoma muscolare e la facilitazione della movimentazione articolare, grazie al miglioramento della circolazione periferica e all’effetto analgesico.
- Poichè ci può essere una variabilità significativa dell’estensione della zona trattata da caso a caso, le variazioni di temperatura dei tessuti saranno più o meno marcate a parità degli altri fattori.
- I valori scelti sono ottimizzati per superfici di diametro circa doppio di quello dell’applicatore ma funzionano anche per superfici sensibilmente diverse.
STIMOLAZIONE cutanea con shock termico rapido.
Potenso lavorare in sinergia o programmare le variazioni di temperatura ( se ad esempio uso un laser) per ottenere valori termici diversi sulla stessa zona, è facile eseguire passate longitudinali nello stesso senso, a velocità di circa 5 cm/sec. (un po più lenta di quella per i trigger point nell’emulazione dello spray and strech) alternando caldo e freddo.
Con le passate gli elementi termosensibili ricevono un forte stimolo dal brusco gradiente termico ma la cute in media non cambia temperatura ed è importante che sia così, infatti intorno alla temperatura naturale la sensibilità è elevata.
Riassumendo
Obbiettivo terapeutico | Trattamento con Shock termico |
Punti trigger miofasciali | Emulazione spray & strech |
Punti trigger miofasciali | Criocinetica e digitopressione |
Punti trigger miofasciali | Emulazione laser termico |
Spasmo muscolare | Crioterapia |
Ematoma da trauma | Crioterapia |
Ematoma da trauma | Contrasto criocinetico |
Tessuti articolari Post Trauma | Crioterapia soft |
Tessuti Articolari Inserzionali Connettivi | Contrasto criocinetico |
Tessuti articolari con degenerazione artrosica | Calore esogeno |
Cutaneo diretto, profondo, riflesso | Stimolazione con shock termico superficiale |
Trattamento dei PUNTI TRIGGER MIOFASCIALI con la tecnica “SPRAY AND STRECH”
- Il manipolo freddo viene utilizzato al posto del fluido ad evaporazione rapida o del blocchetto del ghiaccio.
Il paziente deve essere messo in posizione confortevole; l’applicazione si esegue seguendo gli stessi schemi di applicazione e distribuzione spaziale dello spray: passate parallele alle fibre muscolari, unidirezionali, ad una velocità di circa 10 cm/sec, 2 o 3 volte; il muscolo coinvolto col trigger point viene stirato (allungato, “stretched”) subito dopo, oppure viene messo fin dall’inizio sotto leggera tensione dovuta alla forza di gravità (secondo la parte anatomica trattata), mentre il paziente cercherà in ogni caso di lasciarlo rilassato durante tutta l’operazione. - Procedendo così l’operatore eviterà inoltre di raffreddare il muscolo sottostante.
- In tutto questo il manipolo è avvantaggiato rispetto al blocchetto di ghiaccio (anche se avvolto da un sottile foglio di plastica) perchè l’unica acqua o umidità è una minima quantità di condensa (e neanche sempre presente) facilmente eliminabile via via con un fazzoletto, mentre il rischio di ustioni da freddo è praticamente ridotto a zero in confronto all’uso di gas o getto di aria fredda
Trattamento dei PUNTI TRIGGER MIOFASCIALI con la tecnica CRIOCINETICA e DIGITOPRESSIONE
Su ciascun punto trigger si alternano le seguenti fasi:
- 2 minuti di freddo (-4°C) tenendo il manipolo premuto sul punto trigger; la pressione del manipolo deve essere esercitata emodulata con modalità analoga alla digitopressione manuale
- 3 minuti di caldo (lavorando in modo sinergico con l’ultrasuoni ) mantenendo la posizione e premendo come detto prima(diminuendo la pressione se il calore diventa intollerabile)
- 2 minuti di freddo come la precedente fase fredda sempre con la digitopressione
- Ancora fase calda di 2 minuti, sempre con digitopressione
- Chiudere con almeno 1 minuto di massaggo dell’ultrasuoni nel contesto del muscolo. In questa fase può seguire strech del muscolo
Trattamento dei PUNTI TRIGGER MIOFASCIALIi con la tecnica analoga al trattamento statico col LASER in regime TERMICO di emissione.
- Su ciascun punto trigger viene applicata per 30 secondi la testa ultrasuoni in modalità continua esercitando più o meno pressione secondo la reattività del paziente al calore e all’eventuale dolore (minor pressione = minor trasmissione di calore e minor azione meccanica sul punto trigger). La pressione e il modo di premere possono essere molto simili alle tecniche di digitopressione tradizionale.
- Si può ripetere più volte nella seduta lasciando un intervallo di tempo; viene automatico se viene fatta una rotazione fra più punti trigger.
- Con questa modalità è possibile intervenire anche sui punti MOXA. Generalmente l’applicazione su ciascun punto viene protratta per un tempo di 1-2 minuti.
Trattamento dello SPASMO MUSCOLARE con la tecnica di CRIOTERAPIA
- Si utilizza il manipolo a temperatura fredda (-3,0 – -6,0°C) con le stesse tecniche usate nel massaggio col ghiaccio, o anche spostandosi a passi discreti di 0,5 – 2 cm il manipolo sollevandolo ogni volta e tenendolo poi premuto per 2-3 secondi.
- In quest’ultimo caso con una pressione accurata anche se non forte si ottiene un ottimo trasferimento di calore e quindi un raffreddamento molto efficace, anche superiore a quello del ghiaccio, dovuto alla più elevata conducibilità termica del metallo.
- Si può intervenire anche su superfici estese come la muscolatura del tronco, il quadricipite, il gastrocnemio. La durata dei trattamenti tipicamente varia da 10 a 15 minuti
Trattamento dell’EMATOMA DA TRAUMA con la tecnica di CRIOTERAPIA
- Si procede con l’applicazione del manipolo a temperatura fredda (-3,0 – -6,0 °C) appoggiandolo con leggera pressione e mantenendolo così per alcuni secondi, si solleva e si appoggia di nuovo leggermente spostato, si continua per tutto il tempo stabilito provvedendo a raffreddare tutta l’area comprimendo delicatamente col manipolo (questo assicura anche un efficace trasferimento di freddo).
- E’ importante che, nelle prime 24-48 ore dal trauma, in ogni punto il raffreddamento non sia protratto per più di 12-15 minuti altrimenti alla fase vasocostrittiva segue una fase vasodilatatoria che in questo ambito deve essere evitata .
- L’azione locale deve essere gestita in modo che all’intervallo di raffreddamento segua una fase di interruzione di circa 10 minuti. La riduzione temporanea di volume ottenuta si può prolungare applicando immediatamente al termine della seduta una fasciatura leggermente compressiva analoga a quando le due operazioni vengono fatte contemporaneamente.
Trattamento dell’EMATOMA DA TRAUMA tramite CONTRASTO CRIOCINETICO
- In corrispondenza della parte lesa si deve generare un’alternanza di fasi di bassa temperatura e alta intensita della vibrazione meccanica e alta temperatura. La durata di ciascuna fase è piuttosto contenuta, dell’ordine di 2 minuti.
- La temperatura bassa sarà di circa -2°C, quella alta, fatta con l’ultrasuoni, sarà ottenuta con circa 1,5W/cmq in. modalità continua
- Benchè venga usato anche il riscaldamento, la brevità di ciascuna fase limiterà la penetrazione del calore allo strato più superficiale e quindi non provocherà vasodilatazione nel muscolo ma effetti profondi riflessi fra cui eventualmente anche vasocostrizione.
- Perciò questo tipo di terapia a contrasto è particolarmente indicato anche nelle 24 ore post-traumatiche
Facilitazione della mobilizzazione passiva dei TESSUTI ARTICOLARI POST-TRAUMA tramite ANALGESIA con CRIOTERAPIA SOFT
- Muovendo in modo abbastanza ampio il manipolo, raffreddare moderatamente tutta la superficie della parte interessata, con l’obbiettivo di portare la superficie della pelle intorno ai 24-25°C (da qui il termine soft)
- Eseguire la mobilizzazione non forzata (muovere entro i limiti ai quali il dolore è appena percepibile oppure entro i limiti voluti se non c’è dolore)
- Periodicamente raffreddare ancora per mantenere la temperatura superficiale vicina a quella idonea
- Se vengono realizzate le condizioni termiche ideali il paziente proverà molto meno dolore rispetto alla situazione “a temperatura naturale”
- Chiudere la seduta con 5 minuti di freddo soprattutto sopra la zona più soggetta ad infiammazione
Facilitazione della mobilizzazione passiva dei TESSUTI ARTICOLARI / INSERZIONALI 7 CONNETTIVALI tramite ANALGESIA con CONTRASTO CRIOCINETICO
- In corrispondenza della parte lesa si deve generare uno shock termico che verrà ottenuto grazie al lavoro simultaneo dato dalla parte fredda e quello termico profondo generato dall’ultrasuoni
- La temperatura bassa sarà di circa -2°C, con emissione di circa 1,3 – 1,6 W/cmq
- Questo tipo di terapia a contrasto è indicato sucessivamente alle 24-48 ore post-traumatiche
Trattamento delle DEGENERAZIONI ARTROSICHE e facilitazione della mobilizzazione passiva tramite ANALGESIA ARTICOLARE con CALORE ESOGENO moderato
- Si opera massaggiando o spostando la placca a passi discreti contigui distanziati di 1 – 2 cm e tempo di permanenza di circa 3 secondi per punto, si copre tutta la superficie che maggiormente insiste sull’articolazione da trattare.
- L’obbiettivo è portare la superficie intorno ai 39°C creando le condizioni affinchè anche la sottostante articolazione si trovi in prossimità di questi valori
STIMOLAZIONE rapida CUTANEA DIRETTA E PROFONDA RIFLESSA con SHOCK TERMICO SUPERFICIALE
- Si procede per passate parallele longitudinali in senso distale – prossimale rispetto alla testa (nel caso della testa, rispetto la nuca) quindi per esempio dalla caviglia al ginocchio, dal gomito alla spalla, dalla zona sacrale alla lombare, etc.
- Con una prima serie di passate affiancate l’una all’altra si copre tutta la parte interessata usando sempre lo stesso lato del manipolo, poi si cambia lato e si esegue una identica serie di passate ricominciando dalla prima passata della serie precedente.
- La velocità del manipolo può variare da 2 a 5 cm/sec. secondo la reattività del paziente.
- Si inizia e si chiude con una fase fredda.
Buona fisio-criocinetica a tutti
Denis Caruso